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Nel 1974 lo scrittore americano Jeffrey Konvitz pubblicò con la Ballantine Books il libro horror The sentinel, uscito in Italia nel 1976 con il titolo La Sentinella del Male, per la Sonzogno. Da allora non è mai stato ristampato e sulla Baia è reperibile a prezzi non altissimi ma comunque di tutto rispetto. Dal romanzo fu tratto anche un film, adattato per il grande schermo da Michael Winner e dallo stesso Konvitz, che fu però un autentico fiasco e venne parodiato da Ivan Reitman nella trama del suo Ghostbusters.

Le assetate di Bernard Quiriny è un romanzo tutto sommato recente, ma già di difficile reperibilità. Pubblicato nel 2012 da Transeuropa nella collana Narratori delle riserve, spunta oggi cifre interessanti sul mercato dell'usato e risulta introvabile nelle librerie e nei negozi digitali. Oltre a questo, il tema e l’interesse suscitato nel tempo lo hanno reso “imprescindibile” ai miei occhi, motivo per il quale l’ho cercato a tutti i costi, per poi acquistarlo, leggerlo e recensirlo. Ora fa bella vista di sé nella libreria di casa.

Di solito su queste pagine trattiamo di testi polverosi e difficili da reperire. Poi capita qualche eccezione, come nel caso di Pura razza bastarda, libro uscito nel 2018 per Laurana Editore e che ho letto recentemente. Corposo, sia per la mole che per la quantità dei temi trattati, il lavoro dello scrittore Paolo Grugni si presta a più interpretazioni: romanzo, diario, ricerca storica, almanacco sportivo e musicale. 

Traduttrice, sceneggiatrice, agente e critica d’arte, la figura di Lucia Drudi Demby è una delle più singolari, all'interno del mondo "culturale" italiano. Veneziana di origine, nasce infatti nella città lagunare nel 1924; viene a mancare a metà degli anni Novanta in quel di Firenze. Tra le due date, una vita all'insegna anche della scrittura, con la pubblicazione di sei libri, le cui uscite sono concentrate nell'arco di una dozzina d’anni, tra il 1973 e il 1985. Una sua biografia molto esaustiva e completa è disponibile sul sito Enciclopedia delle donne.

L’anno nudo è un grande romanzo sovietico, anzi è il romanzo dei soviet, della rivoluzione nel suo deflagrare più intenso, all’acme del suo delirio, la catarsi che voleva portarsi via tutto il vecchio in modo quanto mai drammatico e allo stesso tempo creativo.

In una Londra del 2078, descritta in modo ingenuamente futuribile, un gruppo di operai ritrova un uomo ibernato da oltre un secolo. Fin qui sembrerebbe l'incipit di un romanzo come molti, tuttavia Il futuro al guinzaglio si discosta nettamente dal filone della FS distopica inglese, raccontando le disavventure di un uomo del Ventesimo secolo (o meglio, degli anni sessanta del ventesimo secolo) in una società interamente dominata dalle donne.

Una spedizione archeologica torna da una lunga e tormentata campagna di scavi nel deserto dei Gobi, recando una cassa contenente preziosissimi reperti che, a detta dei suoi membri, potrebbe contribuire a riscrivere il passato e forse anche il futuro della Storia dell'Umanità: le testimonianze di una guerra tra i primi uomini e una misteriosa stirpe di "stregoni", dotati della capacità di trasformarsi in grandi predatori che, forse, non si è mai del tutto estinta.

Simmons è uno degli autori più celebrati della fantascienza degli ultimi 30 anni; It di Stephen King uno dei romanzi horror che ha fatto epoca, per la potenza dei temi nonché per la mole. Si direbbe che stiamo parlando di due mondi separati, dato che tra Hyperion e le cittadine del Maine non ci sono collegamenti. Eppure un collegamento c’è.

Niente funziona meglio di un vecchio disco per viaggiare indietro nel tempo, tornare all’epoca in cui è stato inciso o in cui l’abbiamo sentito per la prima volta. L’età in cui la musica che ascoltiamo lascia un’impronta più decisiva è sicuramente l’adolescenza; nel caso di Lewis Shiner e Ray Shackleford, rispettivamente autore e protagonista di Visioni Rock (il titolo originale è Glimpses, lo stesso di un oscuro brano degli Yardbirds), questa età è coincisa con gli anni sessanta, una sorta di adolescenza sociale, musicale e culturale, una stagione ricca di eccitanti scoperte e di promesse.

Il tam-tam tra appassionati di fantascienza funziona ancora e così anche un vecchio romanzo come questo, di un autore stimato (ha avuto presentazioni da Asimov) ma che non ha mai creato grandiosi cicli o vinto premi Hugo – ed è scomparso da molti anni – ha un suo seguito. Finalmente ho potuto gustarlo: difficile anticipare la trama senza rovinarla; prendiamola alla larga e diciamo che i romanzi di Oliver hanno una solida e lineare narrazione e nascono in ambienti aperti (la savana africana delle Rive di un altro mare, qui l'alta montagna USA: 4000 mt!), in paesaggi che immagino aridi e polverosi, con un protagonista solitario... sarà perché Oliver era texano?

John Barth nasce nel 1930 a Cambridge, nel Maryland. In Italia è conosciuto più come teorico e professore universitario che come scrittore, ignorando il ruolo di primo piano che ebbe nell'ambito della letteratura nord-americana del secolo scorso, grazie a opere originali e mai banali che colpirono non poco sia la critica che il pubblico.Tra queste spicca Giles ragazzo-capra, quarto romanzo dell'autore: scritto nel 1966 e pubblicato in Italia da Rizzoli nel 1972 nella collana Scala, è oggi pressoché dimenticato, con sommo rammarico dello scrivente e di un nugolo di appassionati, visto che il titolo risulta presente in molte "liste" di libri da ristampare che circolano in rete.

È il primo romanzo di Matheson che leggo, quindi non posso valutare l'autore. Romanzo e racconti però fanno capire che Richard Matheson è uno di quegli autori che non vuole uscire dal genere che si è scelto, ma preferisce arricchirlo di spunti e di aperture.

Nel caleidoscopio d'un giornale femminile un dongiovanni fa strage di cuori senza curarsi delle lacrime delle amanti d'una sera. Ma ci sarà una donna che non accettando il brusco addio trasformerà in odio la sua passione bruciante. E la violenza dell'odio genererà una catena di delitti che sarà sciolta da un nuovo amore.

Una scoppiettante sarabanda in tonalità surreal-macabro-minore, con frequenti passaggi in ironico-maggiore ed un leitmotiv melodico brillantemente cantato in prima persona singolare. Fuochi d'artificio d'uno stile che è pazzescamente limpido e smagliante – da un lato – quanto colorito e complesso dall'altro.

Poco più di duecento pagine da leggere il più lentamente possibile e da ricominciare subito dal principio una volta arrivati alla fine, in un ciclo immersivo che diventa esercizio spirituale.
Il soldato Tamura stava di vedetta sul mio scaffale da un paio d'anni, comprato così, spinta da quell'attrazione che agli amanti di libri fa fare tanti acquisti sbagliati, ma che nel tempo si trasforma in infallibile istinto. Poi ho letto della presentazione a Venezia del film Nobi (Fuochi nella pianura) di Shinya Tsukamoto (consacrato dal dirompente Tetsuo, con le allucinanti trasformazioni della carne in metallo) e al primo pensiero ("Voglio vederlo!") ne è subito seguito un altro: "Il nome del protagonista, Tamura, mi ricorda qualcosa...". Ho pensato che potesse essere tratto da quel libro mai aperto ed è venuto il suo momento. Così, fatalmente, si inanellano le piccole, grandi gioie del cacciatore di bellezze nascoste.

«Ogni Conflitto Sociale è lo scontro di tre forze fra di loro contrastanti: l'Ordine Costituito, l'opposizione che cerca di rovesciare l'ordine esistente e sostituirlo con uno proprio, e la tendenza all'aumento dell'Entropia Sociale, tendenza che ogni Conflitto Sociale genera, e alla quale, in questo contesto, si può pensare come alla forza del Caos».

 Gregor Markowitz, Teoria dell'Entropia Sociale

Nonostante tutto – lo confesso – avevo una certa riluttanza ad affrontare il De Rossignoli 'rosa': quell'autore, cioè, che fra fine anni '70 e inizio anni '80 aveva licenziato per Sonzogno (la casa editrice, per dire, di Liala) romanzi dai titoli come Concerto per una bambola, Strega alla moda e – appunto – La donna di ghiaccio, apparentemente dimentico dei suoi trascorsi vampirici. E però le bancarelle di paese sono bestie imprevedibili, e nell'avvicinarle è mestieri abbandonarsi alla serendipità: questa, poi, era stata per me teatro di mirabili trouvaille fin dai tempi delle elementari, da Kolosimo al Memoriale di Sant'Elena, e fino a lussuose riviste d'avventura degli anni '30 da far venire una sincope a qualunque studioso di postcolonial. Di sotto a una pila di Harmony, il libercolo occhieggiava proprio me: valeva la pena soprassedere sulla copertina (un indegno acquerello da inserto di Grand Hotel) e sul riassunto in quarta ("Ho amato due uomini diversi tra loro come l'estate e l'inverno"); e finanche, complice un agosto piovoso e un bar davanti a un lago, affrontarne, persino con una certa curiosità, la lettura.

Noi ci entusiasmiamo davanti agli spettacoli della natura e davanti alle opere dell’uomo... ma non ci rendiamo conto di vedere solo una piccola parte della realtà esistente. Cosa vedremmo, se come gli insetti fossimo sensibili agli infrarossi? Cosa si nasconde in altre bande ancora? Cosa c’è dietro la “sinistra barriera” costituita dai limiti della nostra vista?

Ladro di Ferragosto (1984) e Il santo peccatore (1995) sono due parabole moderne finemente cesellate con parole e frasi di precisione chirurgica e allo stesso tempo di alto valore poetico. Le numerose affinità tra i due romanzi, anche tematiche, segnalano più l'immaginario dell'autore che un messaggio analogo e coerente: le due vicende, infatti, pur mostrando due facce (forse più di due) della stessa medaglia, sono quasi opposte negli esiti.

Vernon Sullivan non è certo famoso per questo romanzo. In linea di massima non è famoso per nulla, ma se aggiungiamo che Vernon Sullivan è lo pseudonimo con cui Boris Vian scrisse quattro romanzi, le cose cambiano.

Vorrei cominciare ringraziando il signor Luigi Di Gennaro (chiunque egli sia), che nel 1975 era abbonato a Urania e ha conservato in perfette condizioni questa copia del libro finita nelle mie mani.

In quell'anno Shipwreck di Charles Logan si aggiudicò il premio per il miglior romanzo di fantascienza inglese indetto dall'editore Gollancz e dal quotidiano Sunday Times. Urania fu rapidissima nel tradurre e pubblicare l'esordio di quella che poteva essere una promessa della science-fiction; purtroppo una laconica pagina su Wikipedia ci conferma che Logan, che ci auguriamo viva ancora, alla ragguardevole età di 84 anni, non ha scritto altro, a eccezione di un paio di racconti rimasti inediti.

Negli anni Sessanta la premiata ditta Fruttero & Lucentini se ne uscì con una battuta poi rimasta negli annali della fantascienza: «Un disco volante non può atterrare a Lucca». Questa la chiosa con cui chiudevo la recensione di Pulsatilla sexuata e con la quale voglio cominciare a parlare de La sepoltura di Gianni Montanari.

Ghislain de Diesbach, scrittore e biografo francese, discendente da una nobile famiglia svizzera, è conosciuto ai più per l'ottima ma antipaticissima biografia di Marcel Proust e come "curioso" di altre personalità, come la Principessa Bibesco o la signora dei salotti Madame de Staël.

«Ci si scambia una quantità di idee, ma le idee non mi interessano. Perché non ci si dovrebbe scambiare i sogni e specialmente i brutti sogni? Si possono benissimo portare in due i brutti sogni, i brutti sogni sono pesanti. Molto spesso le idee si addizionano come i numeri. Mentre i sogni o si combinano o non si combinano, vera chimica».

Jarma Lewis è uno degli pseudonimi di cui si servì Emilio De' Rossignoli nel corso della propria vita. Come accennato nell'articolo Ultimo indirizzo conosciuto: R105, N246, Jarma Lewis era un'attrice americana, non molto nota al grande pubblico, ma che in qualche modo seppe colpire l'immaginazione dello scrittore milanese, molto attento alle dinamiche hollywoodiane, tanto da indurlo a firmare con tale nome alcuni titoli per la collana "I gialli che turbano", edita nei primi anni Sessanta dall'Editoriale Franco Signori di Milano.

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