La pubblicazione, uscita per Longo Editore nel 1987, è la prima dello scrittore e studioso romagnolo a carattere narrativo. I nove racconti che la compongono contengono già i prodromi di quello che oggi è conosciuto con il nome di gotico rurale: una sorta di rilettura magica e orrorifica delle tradizioni e delle superstizioni, che sovente caratterizzano le aree di campagna più isolate. In Italia si tende ad etichettare ogni cosa, per pigrizia e per necessità. Ritengo che la letteratura di Eraldo Baldini meriti confini più ampi, abbracciando contemporaneamente più generi, come il thriller, il noir, il mystery e l'horror. Faccio mie le sue stesse parole, scritte per introdurre un progetto del fotografo Willy Vecchiato, convinto che possano aiutare a comprendere meglio il tutto:
Meraviglia, reverenza e paura: questi sentimenti hanno fortemente caratterizzato (e a volte ancora caratterizzano) il rapporto dell’uomo con la natura e con la sfera degli eventi che, trascendendo la natura stessa, sembrano collocarsi nell’ambito del soprannaturale, del magico, dell’immaginario.
Nella nebbia e altri racconti ci mostra un quadro inconsueto, o meglio desueto, della Romagna. Eraldo Baldini ci mette diavoli, streghe e credenze popolari. In ogni frase, in ogni paragrafo troviamo un'unione delle due cose: territorialità e mistero. La regione che lo scrittore ha eletto quale suo territorio d'indagine appare atavica, abitata da creature arcaiche e dove la natura, ogni tanto, ha fame di sangue. Le novelle non funzionerebbero così bene se ambientate altrove. Già nel saggio Alle radici del folklore romagnolo, uscito nel 1986, Baldini aveva indagato gli stessi temi, da un punto di vista scientifico e antropologico, dando sfoggio in pochi mesi delle sue molteplici capacità.
È evidente come il gotico rurale abbia forti analogie con una certa narrativa di lingua inglese, con Lovecraft e Poe su tutti, senza dimenticare gli esponenti più di spicco del Southern Gothic, come Erskine Caldwell, William Faulkner e il "nostro" Thomas Tryon. Alle ambientazioni cittadine e alle tematiche “care” a questi autori, come la follia, il decadimento e la disperazione, si sostituiscono le colline, le campagne, le valli e i piccoli paesi ravennati, da dove riemergono superstizioni popolari. Il mistero sembra sempre abitare lontano dai grandi centri. Si può dire che agli elementi tipici del racconto gotico, Baldini ha aggiunto alcuni elementi culturali tipici della propria terra. Su di essi ha costruito meccanismi narrativi, che sono al contempo vicini e lontani dal sovrannaturale classico.
Nei racconti del libro, il posto dove avviene "il misfatto" ha un ruolo chiave: questa caratteristica è ormai tipica non solo per la letteratura di Baldini, ma anche del gotico rurale in generale. Ai castelli e alle rovine del gotico classico, si sostituiscono i paesi, le paludi, i boschi e le montagne dell'Appennino, che funzionano altrettanto bene dal punto di vista della paura. Quella messa nero su bianco, nelle pagine di Nella nebbia e altri racconti, trae la propria forza dal territorio, dall’ambiente e dalla tradizione, non certo dalla cattiveria umana. I luoghi diventano pericolosi da minacce "locali", che possono essere tanto naturali quanto soprannaturali. L'orrore viene messo in scena per trovare una spiegazione a certe cose altrimenti inspiegabili.
Questa prima uscita narrativa di Eraldo Baldini mi è proprio piaciuta, forse perché ci ritrovo argomenti e ambientazioni che in parte conosco, vivendo in quella zona della Pianura Padana tagliata in due dal fiume Po. Nella nebbia, l'ultima novella del libro, è tanto padano quanto romagnolo. Da notare che questo racconto è stato poi incluso in Gotico rurale, raccolta sul tema uscita prima per Frassinelli e poi per Einaudi, alcuni anni dopo. Ma torniamo a noi: Baldini ha saputo cogliere le potenzialità letterarie di un mondo fatto di simboli, paure e speranze, mettendoci del suo. Non va dimenticato che nasce come antropologo e la sua formazione ha solide basi accademiche. Interessante quanto affermato da Francesco Corigliano, sulle pagine di Filologia antica e moderna1, che descrive benissimo questo aspetto in un articolo dal titolo Tra folklore e terrore. Il «gotico rurale» di Eraldo Baldini: "Laddove in un racconto gotico ci si aspetta che il castello abbandonato sia infestato dai fantasmi, o che indulgere nel peccato porti al contatto diretto col demonio, o che un uomo proveniente dal Sud Europa sia malvagio – ci aspettiamo cioè che accada una certa cosa perché un certo codice morale lo impone – ecco che nell’opera di Baldini si verifica lo stesso tipo di conferma, nella quale ad avverarsi è però un’antica leggenda o la perpetuazione di un antico rito. Si sostituisce insomma il background culturale gotico (e in certi casi fantastico) con il background culturale del folklore romagnolo".
Dal 1987, data di uscita di Nella nebbia e altri racconti, lo scrittore e saggista ravennate ha fatto molta strada, senza mai allontanarsi troppo dalla sua Romagna. Nel 1991 vince il Mystfest di Cattolica con il racconto Re di Carnevale e successivamente iniza a pubblicare per Einaudi. Per chi volesse recuperare i suoi vecchi libri, consiglio la Libreria Scattisparsi di Ravenna, dove ne ho trovati parecchi. E dove ci sono tante altre cose meravigliose da comperare...
- Filologia antica e moderna, anno XXVII, numero 44, Rubettino 2017