Le pagine dell’autore messicano sono pervase da uno strisciante senso d’angoscia: la stessa inquietudine che prova chi, cercando di distinguere i contorni di oggetti familiari al buio, si trova smarrito di fronte a sagome irriconoscibili, sinistre e bizzarre. Questi racconti fantastici sembrano aver preso forma nell’onirica Casa «la Vita» di Alberto Savinio, una magione incantata, governata da re Inconscio, in cui ricordi e frammenti di sogno si trasformano in storie: il Lettore percorre le sale del palazzo dell’immaginazione, un luogo in cui tutto può accadere e in cui si viene costantemente presi in contropiede².
I cuentos di Tario sono abitati da strane presenze, da creature che invitano il Lettore ad assumere il loro inusuale punto di vista. Primo tra tutti Il mico, il mostriciattolo, apparso all'improvviso, che sconvolge la tranquilla routine di un uomo abitudinario. Il mico sembra rappresentare il rovescio della medaglia rispetto all’oscura presenza, seme cattivo di un aborto, che infesta L’ultima estate di Amparo Dávila: questo figlio illegittimo, questo ospite inatteso, obbliga il suo “genitore” a confrontarsi con la sconvolgente esperienza della maternità.
Nelle storie di Amparo Dávila, l’altro, il perturbante, rimane avvolto da un alone di mistero; Francisco Tario, invece, non lascia brancolare il lettore nelle tenebre dell’incertezza: le sue creature si rivelano in tutta la loro bizzarria. Ad accomunare i due scrittori messicani sono la vena onirica e immaginifica che attraversa i loro cuentos e l’inquietudine che s’impossessa di chi legge i loro libri. La stessa inquietudine che sta al centro de La desconocida del mar, storia di un amore impossibile: è possibile trovare la felicità, ma è impossibile ritrovarla.
L'estro creativo di Tario raggiunge il suo apice in una fantasmagorica teoria di notturni: personaggi destinati allo scacco, perdenti e incendiari (il protagonista de La noche de los cincuenta libros potrebbe andare a braccetto con I sette pazzi di Arlt), vanno in cerca di riscatto, vendetta e/o di una pietà che non potranno mai ottenere. Le notti più memorabili hanno per protagonisti degli oggetti (in)animati: un feretro e un completo grigio. Ne La noche del féretro, Humour irrompe a gamba tesa nel binomio Eros e Tanatos. Invece, ne La noche del traje gris, l'alchimista Tario trasmuta il tessuto in carne viva e palpitante: le tasche di un abito diventano organi vitali irrorati dal sangue che scorre in cuciture-arterie.
C’è ancora spazio per un’ultima, straziante, notte, La noche del perro: un cane si dispera perché sa che non potrà salvare il suo padrone, un poeta malato. Il Lettore finisce con l’immedesimarsi in quel cane, col guardare il mondo attraverso i suoi occhi: nel corso di queste notti, Francisco Tario è riuscito a fargli assumere nuovi, stranianti, punti di vista, a trascinarlo in un mondo onirico e altro. Un mondo che svanirà al sorgere del sole, quando gli oggetti di casa riacquisteranno i loro, familiari, contorni, ma che potrà sempre tornare a visitare al calar delle tenebre, quando i fantasmi e le creature dello scrittore messicano riemergeranno dalle tubature e dal cassetto dei ricordi.
- Edizioni italiane: La notte, prefazione di Adrián N. Bravi, traduzione di Silvia Sichel, Edizioni degli animali, 2022. Fra le tue dita gelate. Racconti fantastici, traduzione di Raul Schenardi, Safarà editore, 2022.
- Come sottolineato da Alejandro Toledo (Material de Lectura, Universidad Nacional Autónoma de México, 2011), Tario è animato dalla volontà di sorprendere: la sua scrittura è caratterizzata da colpi di scena sarcastici e umoristici, ma, allo stesso tempo, anche tragici e terribili; si ride dell’Uomo e delle circostanze in cui si ritrova ad agire.