All'alba di un nuovo, sanguinoso, secolo modernità e tradizione si danno battaglia sul suolo inglese. Laura, detta Lolly, appartiene a una famiglia conservatrice: le vite dei Willowes sono scandite dall'orologio-consuetudine. Quando suo padre viene a mancare, Laura si si ritrova nella stessa posizione di un vecchio pezzo di mobilio dimenticato nel testamento. La zitella ventottenne è costretta a lasciare l'amata magione di campagna per trasferirsi nella casa londinese di suo fratello Henry. La protagonista del romanzo di Townsend Warner è chiamata a rivestire il ruolo di zia amorevole e di cognata sollecita, un ruolo che le sta più stretto di quanto non sembri a prima vista.
Nonostante possa contare su una rendita, Lolly, così come Le donne di troppo di George Gissing, non riesce a far valere il suo diritto all'autodeterminazione. La docile e paziente Laura asseconda i desideri dei suoi parenti, ma ogni autunno una strana febbre s'impossessa di lei: sogna di passeggiare tra i suoi amati boschi e di raccogliere i fiori e le erbe che ha imparato a riconoscere sin da piccola. Per lunghi anni, il richiamo della foresta rimane inascoltato, ma il seme della ribellione aspetta solo il momento giusto per germogliare.
Quel seme potrà dare frutto solo nell'autunno della vita di Lolly. Sulla soglia dei cinquant'anni, dopo aver attraversato la tempesta della Prima guerra mondiale, Laura si rende conto di non poter più sopportare il giogo della tradizione: è arrivata l'ora di spezzare le catene dell'abitudine, di ribellarsi alle consuetudini che regolano la vita dei Willowes. Tra lo sgomento dei suoi parenti, la zitella fa armi e bagagli: lascia l'opprimente Londra e si trasferisce a Great Mop, un pittoresco paesino di campagna.
L'antieroina di Townsend Warner – come tante donne prima di lei – è stata logorata da un sistema in cui la dominazione maschile non si manifesta soltanto attraverso la violenza fisica e l'intimidazione, ma anche tramite forme, più o meno subdole, di controllo che mirano a spegnere l'immaginazione e l'iniziativa femminile. Non appena Lolly si riappropria della sua vita, il romanzo cambia pelle assieme a lei: la triste storia di una donna senza una stanza tutta per sé si tramuta in una lotta senza quartiere contro le ingerenze di parenti, solo in apparenza ben intenzionati, pronti a calpestare la sua ritrovata serenità. Mentre la vera, stregonesca, natura di miss Willowes viene alla luce, elementi gotici e perturbanti s'insinuano nella narrazione.
Il latte si è inacidito perché è stato mal conservato o per colpa di una stregoneria? Gli abitanti di Great Mop hanno preso parte a un innocuo ballo campestre oppure a un sabba? Laura sta semplicemente sognando a occhi aperti, come le è già accaduto in passato? Il gatto nero che ha adottato è un micetto dispettoso oppure è un famiglio? Tra le colline inglesi si aggira davvero il Diavolo?
Nella parte finale del romanzo, la quotidianità si tinge di fantastico: il mondo delle convenzioni, il mondo dominato da uomini in cui è cresciuta Laura, viene eclissato da un mondo altro in cui è il Diavolo a dettare legge. La magia, una magia legata a doppio filo all'emancipazione femminile, entra prepotentemente in scena. La scrittrice, così come la sovversiva Mary McLane, ha trasformato Lucifero, il ribelle per antonomasia, in un liberatore capace di spezzare le catene della consuetudine. Satana è un amoroso cacciatore alla ricerca di cuori oppressi, di donne disposte a diventare streghe pur di ottenere la tanto agognata libertà.
La tradizione, l'opinione pubblica, la Legge, la Chiesa e lo Stato hanno scosso la testa di fronte alle suppliche di Lolly: le catene che imprigionavano Laura si sono spezzate solo quando ha abbracciato la sua natura di strega. Nelle battute finali del romanzo, la zitella che è rimasta zitta e buona per troppi anni fa finalmente sentire la sua voce, denunciando le storture di una società che tarpa sistematicamente le ali alle donne.
Nel romanzo Lolly Willowes: o l'amoroso cacciatore, Sylvia Townsend Warner ci ha consegnato il memorabile ritratto di una donna anticonformista, di una strega che lancia il suo anatema contro il patriarcato. Una donna che come il salice (willow) – un albero tradizionalmente associato alla stregoneria – è stata in grado di continuare a evolversi, a crescere senza spezzarsi sotto il peso delle avversità.