Sono quindi grato a Giorgio De Maria perché tramite la sua “scia” ho potuto scoprire Giovanni Arpino, tra i più talentuosi e prolifici scrittori del Novecento italiano, di cui oggi si fatica quasi a ricordare il nome, nonostante all’epoca vendesse anche centinaia di migliaia di copie con i suoi libri. Come avrete ormai capito, tra questi troviamo la storia di Domingo il favoloso, ispirata ai romanzi d’appendice e uscita prima a puntate su La Domenica del Corriere tra il dicembre 1973 e il marzo 1974 con il nome di Correva l’anno felice e poi pubblicata nel 1975 da Einaudi nella collana Narratori. Oggi questa edizione si trova oggi a pochi, pochissimi euro, non in libreria ma in qualsiasi mercatino delle pulci, di solito in quelle cassette dove finiscono i libri che non cerca e non vuole più nessuno. Tra le altre cose, il passaggio dalla versione a puntate a quella targata Einaudi, ha reso la storia più povera, visto che non sono stati utilizzati gli originali acquerelli realizzati per La Domenica del Corriere da Italo Cremona, pittore e scrittore con forti tendenze surrealiste. Sembra quasi che la casa editrice di Torino abbia voluto risparmiare il più possibile, sensazione acuita dal fatto che manca l’indice e la copertina è stampata su un cartoncino che non ha nulla di nobile. Poco male, alla fine ciò che importa è la storia e quella che vede coinvolto Domingo, sulle strade di una Torino sulfurea, agli inizi degli anni Settanta, la si divora avidamente, pagina dopo pagina. Domingo è favoloso e la sua storia si dipana tra il fantastico e il fiabesco, o forse è l’esatto contrario, con la favola che si trasforma in tragedia. Giovanni Arpino ha scritto un libro dai confini labili, dove i protagonisti sono contemporaneamente a cavallo del bianco e del nero...
Domingo è un fuoriclasse dell'imbroglio e del gioco d’azzardo, un imbonitore capace di ogni cosa, una sorta di picaresco eroe abile a muoversi tra bar, sale da gioco e locali notturni. Ha circa quarant’anni, pochi amici e un amore, chiamato Angela, che non sfocia mai in nulla, anche e soprattutto per colpa sua. Col passare del tempo, Domingo si fa via via più apatico, indeciso, incapace a vedersi da grande: cosa riserverà il futuro? La risposta gliela forniscono un paio di zingare, di quelle che leggono la mano al Luna Park: lui è il male, un pericolo, un buco nero per tutti i gitani d’Europa, è necessario farlo fuori. Nel buco nero finisce anche Domingo, la cui esistenza cambia radicalmente: incontra l’irrazionale, ciò che non si può spiegare, che magari si ha dentro e che le parole non riescono a descrivere. Forse è magia, magari semplice superstizione, resta il fatto che Domingo si carica sulle spalle ciò che il fato gli ha messo davanti e che risponde al nome di Arianna.
Ragazzina minuta, intravista nell’accampamento degli zingari e affetta da una grave malattia cardiovascolare, Arianna viene letteralmente offerta sottobanco, da un traditore, a Domingo, che se ne sente attratto in maniera ineluttabile, come se tutto questo fosse la cosa più naturale del mondo. I due sono legati a filo doppio tra loro, inutile cercare di cambiare ciò che il destino ha unito. Domingo la nasconde in casa sua, cerca di curarla in tutti i modi, incapace di accettare ciò che la malattia ha reso solo questione di tempo: Arianna è destinata a perire quanto prima. Dopo un'ultima giornata passata assieme tra le vie di Torino, Domingo capisce che è giunto il momento di riconsegnarla alla sua gente, anche se al momento del commiato Arianna gli propone una sorta di patto di sangue, incidendogli il torace e il palmo della mano con la lama di un coltello.
Arrianna muore e Domingo diventa un altro, la sua personalità muta, si trasfigura, virando decisamente verso il nero e portandolo a compiere atti maligni ed apparentemente inspiegabili. Domingo non è più fantastico, ormai è un fantasma: ha perso peso, compare e scompare quando vuole, sembra ringiovanito di cinque anni e decide di dare sfoggio della sua degenerazione dando fuoco ad un palazzo storico nel centro di Torino, come sorta di atto di purificazione dell'intera città. Il finale è una sorta di inno all'amore, un messaggio di speranza che rende giustizia al picaresco protagonista e che è del tutto superfluo raccontarvi: Domingo è favoloso, questo è sicuro!
Domingo il favoloso è il secondo volume della "trilogia fantastica" di Giovanni Arpino, cominciata nel 1972 con Randagio è l’eroe e terminata nel 1976 con Il primo quarto di luna. Inutile dire che al primo mercatino utile proverò a cercarli, così come varrebbe la pena approfondire e magari scrivere qualcosa sulla vita di Italo Cremona...
Edit del 21 marzo 2019: oggi la casa editrice Minimum Fax ha ripubblicato Domingo il favoloso. Inutile dire che ne simo felicissimi. Oltre a questo, aggiungo che nel frattempo ho letto e recensito Un'anima persa, sempre di Giovanni Arpino.