La leggenda e le eroiche, allegre e gloriose avventure d’Ulenspiegel e di Lamme Goedzak nel paese delle Fiandre e altrove, ovvero Il poema nazionale del popolo belga appartiene alla schiera dei libri-mondo che ci restituiscono, attraverso lo specchio infedele della finzione, il ritratto di un’epoca:
Si sapeva che Ulenspiegel, risuscitato dalla leggenda trecentesca e mutato di tedesco in fiammingo, sarebbe stato il protagonista di una vasta avventura d’amore e di guerra, alla quale la Fiandra di Filippo II e del Taciturno, degli Inquisitori e de’Pezzenti avrebbe servito di sfondo. (…) intorno a lui si sarebbero mossi i personaggi più famosi della storia di quel tempo: svolti i fatti più gloriosi di quel secolo.
I brevi capitoli in cui sono suddivisi i cinque volumi che compongono Ulenspiegel ci parlano di un mondo contadino, indissolubilmente legato ai cicli della terra: gli alberi si spogliano e si rivestono di foglie; il gigante Inverno si scioglie al sole, ma, nel giro di un anno, tornerà a reclamare i suoi possedimenti. Il passare delle stagioni non reca sollievo ai cuori afflitti degli abitanti della terra di Fiandra: ogni mese porta con sé nuove tribolazioni e dolori; la tanto attesa primavera-libertà si fa attendere.
Ogni cerchio che si aggiunge al tronco degli alberi porta a maturazione due germogli molto diversi tra loro. Da una parte c’è Ulenspiegel, né santo né onesto, ma dotato di un cuore nobile e di uno sconfinato amore per la libertà; dall’altra c’è il tirannico Filippo, mostro di crudeltà:
Due pargoli son nati: uno in Ispagna, ed è l’Infante Filippo; l’altro nel paese di Fiandra, ed è il figlio di Claes che un giorno si chiamerà Ulenspiegel. Filippo diverrà carnefice, perché è stato generato da Carlo V, carnefice del nostro paese. Ulenspiegel sarà gran maestro in piacevoli motti e mattane di gioventù, ma avrà un cuore buono (…)
Il mondo in cui sono venuti alla luce questi due bambini è a dir poco oscuro: la lotta contro l’eresia miete una vittima dietro l’altra; si dice che questo spargimento di sangue sia necessario per la salvezza delle anime, ma, in realtà, la metà dei beni lasciati dai condannati finisce nelle casse del sovrano. L’ombra della delazione incombe su ogni famiglia: tutti sospettano di tutti.
Charles De Coster ci mostra segrete in cui false confessioni vengono estorte con la tortura. Lo scrittore ci porta ai piedi del patibolo e ci fa respirare l’acre odore di una parrucca di stoppa che brucia sulla testa di una donna, un'innocente destinata a scontare con la pazzia un crimine che non ha commesso. De Coster scava nel fango e nel sangue, restituendoci scene da incubo, visioni orrorifiche di una violenza a tratti quasi insostenibile.
Col volgere delle pagine e delle stagioni, lo scanzonato trickster si trasforma in un eroe nazionale sui generis. Ulenspiegel è dotato di uno spirito ardente e scoppiettante: si fa beffe dei suoi compatrioti ed escogita una serie di esilaranti birbonate. Con l’arrivo della maturità, le fiamme crepitanti della giovinezza si tramutano in ardore di giustizia: delle ceneri, ceneri che gridano vendetta, ardono sul petto del fiammingo.
L’eroe di De Coster non è un cavaliere senza macchia e dalla lucente armatura: le sue armi migliori sono una lingua tagliente e un cervello fino. Il trickster non aspira alla santità e rimane sempre legato ai piaceri terreni, ma, in tempi in cui il confine tra Bene e Male si fa sempre più labile, il fiammingo riesce sempre a distinguere tra Giusto e Sbagliato. Ulenspiegel è chiamato ad attraversare fitte tenebre alla ricerca di una Redenzione che sembra impossibile da conquistare:
E attraverso rovine, sangue e lacrime, inutilmente Ulenspiegel cercava la salvezza della terra dei padri. E i carnefici, in ogni paese, impiccavano, tagliavano a pezzi, bruciavano le povere vittime innocenti. E il re ereditava.
Ulespiegel rappresenta il cuore pulsante del romanzo di De Coster, ma la sua figura si nutre del rapporto con gli altri due, indimenticabili, coprotagonisti del libro, la fedele Nele e il panciuto Lamme:
Due figure dominano il racconto; e sono Ulenspiegel e Lamme Goedzak. Come don Chisciotte e Sancio; essi rappresentano due facce opposte dell’umanità, due diversi aspetti della vita. Ulenspiegel lo spirito, Lamme la carne. Ulenspiegel il genio, Lamme la materia dove l’anima ha appena appena bagliori intermessi. Ma la distinzione non è così netta. Poiché anche Lamme ha un cuore; anzi ha un cuore infinitamente grande (…)
Lamme è l'interprete di una tra le più insolite storie d’amore letterarie, una storia che si contrappone al vincolo indissolubile che unisce Ulenspiegel alla dolce Nele. Per sempre giovani, per sempre indomiti, i due innamorati incarnano lo spirito e il cuore della madre Fiandra. Una terra che De Coster ha cantato in questo romanzo fatto di sangue e dolore, di amore e fedeltà.
L’Ulenspiegel è un dipinto in chiaroscuro, in cui la luce dell’Amore e della Libertà fa da contraltare alle tenebre dell’Ingiustizia. Un testo in cui visioni mistiche convivono con scene di un crudo realismo. Un libro-mondo in cui perdersi, vagando tra osterie, bordelli, ricche città e strade di campagne, sulle orme di un eroe atipico, assetato di giustizia e libertà.