Vedi questa sfilza di bicchieri colmi fino all’orlo? Chi vuole penetrare il cuore nero di Moscoviade1, il romanzo ad alta gradazione letteraria di Jurij Andruchovyc, deve alzare il gomito per almeno ventiquattro ore di fila. Per preservare la nostra incolumità, mio caro Lettore, sarà meglio non tentare l’esperimento: restiamo in superficie e lasciamo lo spirito (inteso sia come alcool che come umorismo nero) al nostro narratore, il dissipato letterato Otto Von F.. Tra l’altro, il sottosuolo di Mosca è pieno di spiriti, fantasmi provenienti da un passato che rifiuta di lasciarsi esorcizzare…
Tre anni fa scrivemmo una recensione di Romanzo con cocaina, opera "firmata" da M. Ageev e tradotta nel 1984 da Lila Greco, per la casa editrice romana E/O. Approfittando della riedizione del libro, curata da Ernesto Valerio per conto di GOG, abbiamo pensato di fare qualche domanda a lui e a Vittorio Bonino, che ha letteralmente cambiato pelle al testo in italiano.
Primi Anni '80. Oscar Chudzinski, trentaseienne polacco, ex studente di filosofia presso l'Università di Varsavia. Cameriere che vive a New York da sei anni. Un “fallito”, come ama definirsi lui. Un “fallito” che vorrebbe scrivere un saggio filosofico sociale, ma – a parte qualche abbozzo - rinuncia di continuo, perché non ne ha voglia.
Oscar, nonostante la sua impotenza, scopa con Nataša, una donna russa che ama alla follia. Una ninfomane che ama essere sottomessa sessualmente, in particolare da Oscar. Una donna che ama fare sesso con chiunque, ma che ha un'intesa particolare solo con Oscar.
Lo confesso, la fiaba Le avventure di Pinocchio non mi è mai particolarmente piaciuta. Ricordo con piacere lo sceneggiato televisivo dei primi anni Settanta per via della coppia comica composta da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, ma questo è un altro paio di… orecchie. Mi sento quasi in colpa, il romanzo scritto da Carlo Collodi è al secondo posto nella classifica dei 50 libri più tradotti al mondo1, tra l’altro l’unico italiano in lista, e io mi permetto di esordire mettendo subito in chiaro che non è in cima ai miei preferiti. Per fortuna, grazie ad un vecchio romanzo di fantascienza del quale vi ho parlato tempo fa, ho scoperto che in Russia ne conoscono una versione molto diversa, riadattata da Aleksej Tolstoj nel 1935 e pubblicata l’anno successivo.
Ho un debole per tutto ciò che di letterario arrivi dalla Russia, anche se fino ad oggi non ho mai avuto il piacere di recensire un romanzo fantascientifico proveniente da quelle latitudini. Certo, ci sono andato vicino con I tre grassoni, ma il romanzo di Jurij Oleša è più attinente al mondo della fiaba, tant’è che sulle pagine di questo sito l’ho inserito senza indugi nella categoria fantastico.
Ripubblichiamo una retrospettiva uscita originalmente nel dicembre 1982 su City Fanzine, a firma di Gian Filippo Pizzo, che ringraziamo per averci concesso questo onore. Il testo è sicuramente datato, ma le cose non sono cambiate poi così tanto da allora e lasciamo a voi lettori la possibilità di inserire nei commenti le vostre opinioni in merito.
Non conoscevo Jurij Oleša, tantomeno il suo I tre grassoni, ma complice una bellissima copertina di Karel Thole e un titolo che mi incuriosiva, ho deciso di procurarmi questo libro, edito in Italia per la prima volta nel 1969 da Il Saggiatore.
Romanzo con cocaina è il secondo titolo di un autore russo che trattiamo sul sito, anche se già questa prima frase contiene un mistero. M. Ageev non ha un volto, una biografia, nessuno sa bene chi sia, quasi come il protagonista della storia che racconta, vittima delle proprie insicurezze e al centro di un viaggio negli inferi dell'animo umano che non prevede biglietto di ritorno.
L’anno nudo è un grande romanzo sovietico, anzi è il romanzo dei soviet, della rivoluzione nel suo deflagrare più intenso, all’acme del suo delirio, la catarsi che voleva portarsi via tutto il vecchio in modo quanto mai drammatico e allo stesso tempo creativo.