Carlo Della Corte nasce a Venezia nel 1930 e muore improvvisamente la sera del Natale del 2000, nella sua casa al Lido. Laureato in Lettere a Padova, giornalista e scrittore, cinefilo ed esperto in comics, ha collaborato con prestigiose testate nazionali, sia televisive che cartacee. Esordisce come scrittore nel 1961 con un saggio dal titolo I fumetti, edito da Mondadori e molto apprezzato dagli appassionati del genere. Inoltre, e questo merita di essere enfatizzato, si deve alla sua penna la presentazione pubblicata sul primo numero di Alan Ford e il gruppo T.N.T., uscito nel maggio del 1969 e di cui il sottoscritto è un accanito collezionista.
Prima di addentrarci in Pulsatilla sexuata, due parole ancora sull'Autore, il quale fu anche un apprezzato poeta. Sulla poesia di Carlo Della Corte ha scritto Geno Pampaloni: «Sarebbe forse ora di riavvicinarsi a poeti per così dire irregolari che rifiutarono l'omologazione con la linea della poesia ufficiale. Carlo Della Corte ci avrebbe un posto assicurato». Certo, non bastano queste poche righe per riassumerne la vita e le molteplici attività, che si incrociarono con alcuni tra i protagonisti della cultura italiana contemporanea, tra cui Palazzeschi, Sgorlon, Biagi, Neri Pozza e molti altri1, ma servono per rendere il giusto onore a questo poliedrico veneziano, capace di vantare due primati di tutto rispetto.
«In un contesto del genere, I fumetti di Carlo Della Corte assumeva la valenza di atto di nascita della critica fumettistica in Europa, dove fino ad allora nessuno aveva mai parlato, a livello saggistico, di una materia considerata di interesse talmente caduco per cui sarebbe stato del tutto risibile e infantile occuparsene. Invece, a quella data, Carlo Della Corte, anticonformista, se ne era già occupato più volte e in varie prospettive»2.
La citazione riportata sopra, di Gianni Brunoro, qualifica Della Corte come padre della saggistica dedicata ai fumetti e la seconda di copertina di Pulsatilla sexuata lo lancia come prima espressione tricolore di science fiction pubblicata in una collana non specializzata. Questa importante precisazione serve a spiegare l'affermazione con cui si apre questo articolo e che lo definisce come «il primo libro italiano di fantascienza».
Tra gli "incroci" citati sopra, ho volutamente omesso Guido Crepax, il cui lavoro fumettistico era ancora di là da venire e la cui figura mi serve per introdurre finalmente Pulsatilla sexuata. Si deve infatti al fumettista milanese la copertina del libro, edito da Sugar nel 1962 e mai più ristampato. Carlo Della Corte, fra i tanti interessi, trovò anche il tempo di dedicarsi alla fantascienza, benché tale attività sia stata per lui abbastanza marginale e limitata quasi esclusivamente ai primi anni Sessanta. Tra le altre cose, merita menzione la curatela – insieme a Pestriniero – dell'antologia collettanea Cronache dell'arcipelago (Il Cardo editore, 1996), contenente sedici racconti sf di scrittori italiani e stranieri aventi come tema la città di Venezia (tra i nomi presenti: A.E. van Vogt, Gustavo Gasparini, Pierfrancesco Prosperi, Giulio Raiola, Kim Stanley Robinson, Giorgio Scerbanenco, Sandro Sandrelli, Gabriella Scialdone)3.
Pulsatilla sexuata è il racconto che dà il titolo al libro, che contiene altre undici storie: Il marito congelato, Star-mail, L'isola, Un incidente pedagogico, Il pianeta gemello, Apartheid, Una tragedia coniugale, I clandestini, Otto milioni di marchi, Lui e Un Far West di ghiaccio. Sul numero 64 di «Delos», Vittorio Catani coglie nel segno, sintetizzando così il lavoro di Carlo Della Corte: «Lo stile di Della Corte è spigliato; le sue storie, nonostante l'apparato fantascientifico, sono date in un linguaggio quasi quotidiano, "nostrano", capace di generare un insolito spessore realistico; e certe situazioni di questo Marito congelato rimandano forse – volendo fare paragoni con gli autori importanti di quell'epoca – alla ironia graffiante di Robert Sheckley. Particolarmente interessanti mi sono sembrati anche, a quarant'anni di distanza, alcuni spunti oggi d'attualità: un neo-capitalismo, la spasmodica ricerca di un lavoro, la crisi economica, gli Stati Uniti d'Europa, e l'onnipresente... festival di San Remo. Racconto godibile, leggero, comunque amarognolo». Concordo in pieno con le parole di Catani; i racconti di Pulsatilla sexuata si contraddistinguono per un approccio e uno stile molto italico, per situazioni e caratterizzazioni dei personaggi. Nel saggio Le frontiere dell'ignoto (Nord, 1977) Vittorio Curtoni scriveva: «Della Corte ha assunto il modulo espressivo [della sf] a un livello generale e generico, accettandolo per quello che è: letteratura popolare nel senso migliore del termine, fantastica, immaginosa. L'unica concreta operazione dello scrittore è stata sul linguaggio, che è appunto diversissimo da quello dei professionisti anglo-americani, e riflette semmai una sensibilità in gran parte italiana, un'aderenza ai problemi del vivere quotidiano, che non sono tipici della science fiction».
Negli anni Sessanta la premiata ditta Fruttero & Lucentini se ne uscì con una battuta poi rimasta negli annali della fantascienza: «Un disco volante non può atterrare a Lucca». Ecco, forse in Pulsatilla sexuata non troviamo un atterraggio sul patrio suolo in senso stretto, ma la sensazione che se ne trae leggendone i racconti è di una chiara aderenza alla cultura italiana, ai suoi usi e costumi. Questa cosa, se da un lato rende pregevole e preziosa l'antologia, dall'altro ne rende evidente il passare del tempo. La critica più forte è proprio questa: in alcuni casi si nota un po' troppo il contesto storico, con chiare aderenze al periodo conosciuto come quello del "boom economico". Carlo Della Corte ci sguazza, evidenziando da autentico precursore alcune tematiche apparse nella loro drammaticità solo nei decenni successivi: il rapporto tra modernità e società, tra uomo e macchina, tra progresso e conservazione della tradizione: la fantascienza è un'occasione per affrontare temi sociali ed esistenziali. Alieni, astronavi e ufo sono solo un pretesto per parlare d'altro.
- Fondo Carlo Della Corte, Dipartimento di Studi Umanistici. Università Ca' Foscari.
- ...E Critica Fumettistica fu, di Gianni Brunoro.
- Delos n.64