L’assedio è il terzo romanzo di Luigi Menghini, datato 1981 e prima di questo sono usciti Reazione a catena e Il Regno della nube, sempre targati Edizioni Nord, sempre per la collana Cosmo Argento. Come già dichiarato, non ho avuto il piacere di leggere i primi due, ma da quel poco che ho raccolto in rete, siamo di fronte alla summa dei più classici cliché della fantascienza, con scontri e leghe galattiche che combattono le une contro le altre. Posso dire che probabilmente il caso ha voluto che mi imbattessi nel titolo di Menghini a me più congeniale, vista la mia propensione ai libri insoliti, lontani dagli stereotipi di genere. E L’Assedio è un romanzo particolare, lontano dalla fantascienza anglosassone e per certi versi molto mediterraneo, anche se la città in cui si sviluppa la storia è Londra. Non siamo nel Med-fantasy di Gianluigi Zuddas e Giuseppe Pederiali, ma troviamo comunque il Mar Mediterraneo, con una storia che dal tempo presente si dipana fino alla guerra di Troia.
L’assedio mescola realtà e fantasia, utilizzando una scrittura chiara, snella e vivace, che non richiede molte pagine per arrivare all’epilogo, ma resto comunque indeciso se considerare L’assedio un capolavoro o un’occasione mancata. La sua brevità è di certo un bene, ma anche il limite più macroscopico del libro, tanto che alcuni passaggi appaiono non semplicemente forzati, ma proprio abbozzati e con evidenti momenti di stanca.
La storia si dipana tra l’Istituto Centrale per le Malattie Mentali e Troia, tra presente e passato, tra due mondi lontani eppure molto vicini, che arrivano anche a toccarsi, con risultati catastrofici. Il professor Stephan Hoodlige ha messo a punto la Sonda, un apparecchio che ha lo scopo di « scavare », mediante impulsi elettrici, nella psiche dei malati al fine di farne affiorare i ricordi o i traumi psichici che hanno causato l'infermità mentale. Ma la Sonda, come tutte le nuove invenzioni, è instabile e ha dei lati nascosti, tutti da scoprire. Per fare questo, Hoodlige sottopone i propri studenti ad alcuni esperimenti. La prima “cavia” della Sonda rivela una sorprendente storia su Omero, descrivendo con allucinante verosimiglianza lo sbarco degli achei sulla riva di Troia. Ci si accorge che qualcosa non torna quando anche i successivi soggetti si riallacciano a questo fatto, con perfetto sincronismo, in una sorta di suggestione collettiva.
Reale ed immaginario si fondono, le vicende di Omero, degli Achei e dei Troiani influiscono sui personaggi del ventesimo secolo e viceversa, in una sorta di osmosi bellica, quasi a dichiarare esplicitamente come la vita di tutti i giorni, nelle nostre città, non sia del tutto dissimile da una guerra, nella quale tutti siamo un po’ sotto assedio, immersi in un conflitto perenne. La Sonda diventa quindi uno strumento rivoluzionario, capace di mettere in correlazione epoche lontane, con risultati tutti da scoprire e misurare. Di sicuro, nel breve volgere di qualche pagina, troviamo morti e feriti, odio e rancore, tanto nel Ventesimo secolo quanto ai tempi dell’Iliade. Quale sia la guerra più sicura, se mai uno scontro può definirsi sicuro, è difficile stabilirlo, anche se Menghini ci consegna una risposta molto chiara: il progresso incontrollato genera pazzia, incomprensioni e stress, anche nella vita di tutti i giorni, in chi sta vicino e, perché no, anche in noi stessi. Non c’è bisogno di immaginare guerre tra il pianeta Terra e mondi lontani, l’uomo può benissimo decidere di annientarsi da solo, con le proprie mani, con la rincorsa sfrenata ad un progresso incontrollato, dai dubbi benefici.
L’assedio non è solo lo strumento messo in atto per la conquista di Troia, è quanto subiamo quotidianamente, sia a livello personale che nelle varie dinamiche sociali: siamo spesso sotto assedio, nel traffico, in famiglia, al lavoro. I rapporti umani generano tensioni ed incomprensioni, lotte con morti e feriti, dove non vi è nulla di epico e dove le armi utilizzate non sono così “evidenti” come possono essere lance, dardi e spade.
L’assedio è un bell’esempio di fantascienza italiana, anche se il risultato finale non è da annoverarsi tra i capolavori: un onesto libro, per chi è stufo di astronavi e di autori anglosassoni, che mescola presente e passato e che punta il dito anche contro il potere dei mass media, che non solo ci manipolano ma sono in grado di indirizzarci nel nostro quotidiano incedere verso… il nemico!