Fantascienza

Le voci cieche, di Tom Reamy

Mercoledì, 14 Settembre 2016

Tra Bradbury e Sturgeon: più dalle parti del secondo, però, dato che non abbiamo qui monelli dodicenni alle prese con l’ultimo autunno della loro pre-adolescenza (“io che ho corso su prati bianchi di luna per strappare ancora un giorno alla mia ingenuità”: quanto era bradburiano Claudio Baglioni?), ma tre ragazze diciottenni che in una torrida estate non vedono l’ora di superare del tutto l’adolescenza per tuffarsi nella vita e le sue sfide: in primis, inutile negarcelo, quella della sessualità. La sensibile e sensata Evelyn, l’infantile Francine, la concreta Rose non ne possono proprio più dell’ingenuità a cui le costringono padri tirannici o fratelli affettuosissimi.

Siamo tra Spoon River e Winesburg, Ohio (ricordate la raccolta di racconti di Sherwood Anderson, maestro del realismo americano?): un torrente di desiderio represso scorre sotto queste vite di provincia. Nessuno prende in considerazione delicatezze come l’amore: ci sono le urgenze dei sensi, c’è la posizione sociale da difendere; il matrimonio potrebbe risolvere entrambe le cose, o nessuna.

E all’improvviso, a interrompere la piatta vita di questa estrema periferia, il Kansas, arriva il circo: quando il circo era più che un media, era un evento da ricordare tutta la vita. E infatti, nonostante quello stesso sabato arrivi anche il cinema itinerante, altra grande novità, sarà al circo che tutti gli abitanti si affolleranno.

I “mostri” non deluderanno: la donna serpente, il Minotauro, Medusa, Electro l’uomo che resiste a qualunque scarica elettrica, il nano Tiny Tom, e infine Angel, il ragazzo magico: un albino dai poteri indefinibili. I ragazzi si affannano a disilludere le ragazze: sono tutti trucchi! Qualcuno anche palese, come un filo fissato ad Angel quando vola... ma non è troppo palese? Non sarà fissato lì proprio per far credere a un trucco, quando la realtà è un’altra?

Le ragazze, con i loro bradburyani fratellini, torneranno più volte allo spettacolo: e finiranno con l’incontrare le attrazioni anche al di fuori del tendone. Il circo sembra offrire uno sfogo ai sensi, la realizzazione dei sogni. Ma quale sfogo? Il sesso? Il sesso è una “dolenza” all’inguine del Minotauro, è il ventre incrostato di Louis, lo scaltro tuttofare del circo, la mattina; è la donna che “si torce” sotto di lui, era la bionda fanciulla aristocratica che usò lui e suo fratello insieme per mesi, finché allo scoppio dello scandalo il fratello fu frustato a sangue e Luis fuggì in tempo; è la frenesia che prende Rose dopo che il fidanzato troppo rispettoso l’ha accompagnata a casa, e la fa tornare al circo per darsi all’inserviente che le aveva sorriso durante lo spettacolo.

Quanto possa essere distruttivo Eros, letale per l’uomo come per la donna, due delle ragazze lo impareranno a proprie spese; la terza saprà unire Agape, e rischiare ancora di più, ma in due.

Nota: dev’essere un segno dei tempi (il romanzo è del ’78), che il crudele demiurgo creatore dei mostri accenni a una sua relazione con l’aitante tuttofare Louis, come segno di ulteriore depravazione.

Scheda del libro

  • Titolo: Le voci cieche
  • Sottotitolo: Finalista al Premio Nebula del 1978
  • Collana: Fantascienza
  • Autore: Tom Reamy
  • Pagine: 204
  • Editore: Armenia
  • Anno: 1981

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